domenica 26 aprile 2015

Antelope Slot Canyon, „Tsé bighánílíní”, il posto dove l’acqua scorre tra le rocce

L’Antelope Slot Canyon si trova a nord dell’Arizona. E’ uno di posti più famosi in questa parte degli USA.
Per poter visitare quella meraviglia della natura, bisogna prenotare una gita organizzata. Ci sono un paio di compagnie che lo fanno. Noi siamo andati con: www.antelopeslotcanyon.com
Perché? Perché questo è il primo sito che ho visitato su internet dove ho letto che la guida del tour è un vero Indiano Navajo.
Iniziamo...
Abbiamo dovuto presentarci sul posto (davanti l’agenzia organizzatrice della gita) 30 minuti prima, alle 10 di mattina.
Gli Indiani ci hanno dato il benvenuto con balli tradizionali e con la breve storia della loro tribù.


Dopo uno breve show siamo stati delicatamente forzati a lasciare la mancia.
Gli Indiani, dopo aver raccolto tutte le mance (penso che hanno guadagnato circa 300$!!) ci hanno caricato su i pick-up.
In questo momento per la prima volta mi sono sentita come bestiame caricato su un camion. Per fortuna andavamo a visitare un canyon, e non un macello.
Comunque, pensando positivo: non sono mai andata su un pick-up guidato da una pazza Indiana!

Il giro è stato interessante, con il vento nei capelli e la sabbia tra i denti. La guida ha violato almeno 4 volte il limite di velocità e una volta ha passato col rosso. Abbiamo sobbalzato e abbiamo oscillato quasi come in un parco di divertimenti.
C’erano altri 5 pick ups con noi con altro bestiame... ehm.... altri turisti.
Dopo aver raggiunto il posto, abbiamo realizzato che non eravamo soli e che davanti al canyon c’erano altri 10 pick-up. 

Il "buco" dietro è l'Antelope Slot Canyon
Un "professionista" con cellulare!



La guida ci a dato istruzioni molto precise: “State sempre insieme con il gruppo, non vi allontanate e quando dico ‘Andiamo’, significa ‘andiamo’. Non possiamo rimanere nello stesso posto, perché dopo di noi entrano altri gruppi!”
Il canyon è lungo circa 200 metri e su questa distanza, nel momento in cui siamo arrivati, c’erano già circa 200 persone. Poi siamo entrati noi e i 5 pick-ups (altre 60 persone!).

La nostra guida ha aggiunto: “Se avete delle domande, chiedete.”
Non ha spiegato niente. Non ha detto perché questo canyon è fatto cosi, perché ha questi colori... non ha detto niente!
Dopo che siamo entrati nel canyon è iniziata la ‘sollecitazione’ del bestiame.
L’Indiana ci ha detto solamente a cosa somigliano le rocce: un orso, Lincoln, il tramonto in Arizona, la Monument valley, l’occhio del drago, l’occhio del gatto...




Ci ha detto anche come fare buone foto. Gli unici ad avere macchine fotografiche vere nel nostro gruppo eravamo solo io, mio marito e un signore Australiano, gli altri facevano le foto con telefonini e i tablet.
E vergognatevi, o voi che usate smartphone e tablet per fare le foto alle meraviglie di questo mondo!
Nel nostro gruppo c’era un cinese che con il suo tablet di 10” mi entrava sempre nell’inquadratura. Ovviamente non capiva l’inglese e la guida lo doveva tirare dal vestito perché non si voleva muovere. E io... li ho dato alcune gomitate...
Nel canyon fa abbastanza buio (durante una gita non si può usare il treppiede. Lo potete avere solamente con le gite per i fotografi), quindi quelli che sanno qualcosa di fotografia, capiscono che con tablet o smartphone non escono foto buone.
Ma per il famoso cinese quello non era un problema e in ogni posto assumeva strane posizioni per fare 20 foto, tutte uguali!
Poi, tornando alla nostra guida e i suoi preziosissimi consigli come fare le foto. Lei sapeva di fotografia così tanto come io so su i missili terra-aria MIM-14 Nike Hercules e il suo consiglio più prezioso era: “Mettete la macchina fotografica su Auto così vi sceglie da sola le prestazioni giuste, e basta che spegnete il flash!”
Dopo meno di un ora la nostra guida finalmente ci ha spinto alla fine del canyon dove alcuni gruppi ascoltavano un indiano che suonava il flauto indiano.

Dopo 2 minuti di concerto ci ha detto che dovevamo ritornare e che non ci possiamo fermare più per fare altre foto, perché dovevamo fare spazio per altri gruppi. E così, sollecitati come bestiame nei ranch americani, abbiamo visitato il meraviglioso e unico canyon Tsé bighánílíní.


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