giovedì 30 aprile 2015

Il cuore del Wild West - La Monument Valley

La Monument Valley è la valle al confine tra Arizona e Utah che si trova sul territorio della riserva degli Indiani Navajo.
Forse il nome non vi dice tanto, ma riconoscerete il posto dalle foto.
John Ford ha diretto qui tantissimi western e non solo, tra queste rocce sono stati comunque girati e diretti tantissimi film (l’ultimo „Un milione di modi di morire nel west”).
Per entrare nel territorio del parco per fare una gita in mezzo alle rocce, fare un escursione con la jeep o a cavallo, dovete pagare 20$.
Se avete il giorno libero e vi piace un paesaggio desertico con serpenti a sonagli, vale la pena pagare questa cifra. Ma se volete fare “Speed Tourism” cioè tutto velocemente e agilmente, e ammirare le rocce da lontano (secondo la mia opinione da lontano sono più belle), 20$ per accedere a un parcheggio è un po troppo. I panorami da favola si possono ammirare anche dai altri punti fuori dal parco. Basta seguire la 191!





Come ho scritto prima, nel parco si può comprare una escursione in jeep o a cavallo.
Il mio marito mi ha delicatamente forzato a una gita a cavallo. Solo io, mio marito e una guida Indiana. Abbiamo messo i nostri stivali da cowboy che abbiamo comprato a Nashville, abbiamo montato sui nostri Mustang e abbiamo sfrecciato nel cuore della Monument Valley.
Abbiamo cavalcato più di un ora, con il vento nei capelli, con le zanzare tra i denti e i serpenti a sonagli erano distrutti sotto i piedi dei nostri cavalli...
Mi sono sentita quasi come Old Shatterhand con Winnetou percorrendo uno dei posti più belli negli Stati Uniti. Quasi.... perché la guida non era Apache, ma Navajo, non aveva vestiti Indiani e la sua sagoma era... delicatamente parlando: a forma di barile... Non avevamo nemmeno un arco, nè le frecce, ma avevamo una vivida immaginazione!





Dopo aver smontato dal mio Mustang, ho capito perché i cowboy nei Western camminano sempre con le gambe inforcate. Dopo un ora a cavallo le mie gambe non volevano tornare in posizione “originale” e io stessa ho iniziato a camminare come John Wayne.

E così con le gambe inforcate, con i capelli increspati e con il nostro cavallo meccanico, abbiamo “cavalcato” verso la tappa successiva della nostra gita. Ma questo fra due post. Nel prossimo post una gita sul posto più felice al mondo.



domenica 26 aprile 2015

Antelope Slot Canyon, „Tsé bighánílíní”, il posto dove l’acqua scorre tra le rocce

L’Antelope Slot Canyon si trova a nord dell’Arizona. E’ uno di posti più famosi in questa parte degli USA.
Per poter visitare quella meraviglia della natura, bisogna prenotare una gita organizzata. Ci sono un paio di compagnie che lo fanno. Noi siamo andati con: www.antelopeslotcanyon.com
Perché? Perché questo è il primo sito che ho visitato su internet dove ho letto che la guida del tour è un vero Indiano Navajo.
Iniziamo...
Abbiamo dovuto presentarci sul posto (davanti l’agenzia organizzatrice della gita) 30 minuti prima, alle 10 di mattina.
Gli Indiani ci hanno dato il benvenuto con balli tradizionali e con la breve storia della loro tribù.


Dopo uno breve show siamo stati delicatamente forzati a lasciare la mancia.
Gli Indiani, dopo aver raccolto tutte le mance (penso che hanno guadagnato circa 300$!!) ci hanno caricato su i pick-up.
In questo momento per la prima volta mi sono sentita come bestiame caricato su un camion. Per fortuna andavamo a visitare un canyon, e non un macello.
Comunque, pensando positivo: non sono mai andata su un pick-up guidato da una pazza Indiana!

Il giro è stato interessante, con il vento nei capelli e la sabbia tra i denti. La guida ha violato almeno 4 volte il limite di velocità e una volta ha passato col rosso. Abbiamo sobbalzato e abbiamo oscillato quasi come in un parco di divertimenti.
C’erano altri 5 pick ups con noi con altro bestiame... ehm.... altri turisti.
Dopo aver raggiunto il posto, abbiamo realizzato che non eravamo soli e che davanti al canyon c’erano altri 10 pick-up. 

Il "buco" dietro è l'Antelope Slot Canyon
Un "professionista" con cellulare!



La guida ci a dato istruzioni molto precise: “State sempre insieme con il gruppo, non vi allontanate e quando dico ‘Andiamo’, significa ‘andiamo’. Non possiamo rimanere nello stesso posto, perché dopo di noi entrano altri gruppi!”
Il canyon è lungo circa 200 metri e su questa distanza, nel momento in cui siamo arrivati, c’erano già circa 200 persone. Poi siamo entrati noi e i 5 pick-ups (altre 60 persone!).

La nostra guida ha aggiunto: “Se avete delle domande, chiedete.”
Non ha spiegato niente. Non ha detto perché questo canyon è fatto cosi, perché ha questi colori... non ha detto niente!
Dopo che siamo entrati nel canyon è iniziata la ‘sollecitazione’ del bestiame.
L’Indiana ci ha detto solamente a cosa somigliano le rocce: un orso, Lincoln, il tramonto in Arizona, la Monument valley, l’occhio del drago, l’occhio del gatto...




Ci ha detto anche come fare buone foto. Gli unici ad avere macchine fotografiche vere nel nostro gruppo eravamo solo io, mio marito e un signore Australiano, gli altri facevano le foto con telefonini e i tablet.
E vergognatevi, o voi che usate smartphone e tablet per fare le foto alle meraviglie di questo mondo!
Nel nostro gruppo c’era un cinese che con il suo tablet di 10” mi entrava sempre nell’inquadratura. Ovviamente non capiva l’inglese e la guida lo doveva tirare dal vestito perché non si voleva muovere. E io... li ho dato alcune gomitate...
Nel canyon fa abbastanza buio (durante una gita non si può usare il treppiede. Lo potete avere solamente con le gite per i fotografi), quindi quelli che sanno qualcosa di fotografia, capiscono che con tablet o smartphone non escono foto buone.
Ma per il famoso cinese quello non era un problema e in ogni posto assumeva strane posizioni per fare 20 foto, tutte uguali!
Poi, tornando alla nostra guida e i suoi preziosissimi consigli come fare le foto. Lei sapeva di fotografia così tanto come io so su i missili terra-aria MIM-14 Nike Hercules e il suo consiglio più prezioso era: “Mettete la macchina fotografica su Auto così vi sceglie da sola le prestazioni giuste, e basta che spegnete il flash!”
Dopo meno di un ora la nostra guida finalmente ci ha spinto alla fine del canyon dove alcuni gruppi ascoltavano un indiano che suonava il flauto indiano.

Dopo 2 minuti di concerto ci ha detto che dovevamo ritornare e che non ci possiamo fermare più per fare altre foto, perché dovevamo fare spazio per altri gruppi. E così, sollecitati come bestiame nei ranch americani, abbiamo visitato il meraviglioso e unico canyon Tsé bighánílíní.


giovedì 2 aprile 2015

Il mito Indiano...

Con che cosa associate gli Indiani (Nativi Americani)? Con i western? Con i libri sul Selvaggio West? Con gli Apache e Winnetou? Con il calumet della pace? Con lo sciamano e le sue saggezze?
Per me sono tutte queste cose.
Partendo per un viaggio attraverso gli Stati Uniti speravo di poter incontrare veri Indiani. Non necessariamente sui mustangs e con la penne, con l’arco e le frecce, oppure che fumano la pipa della pace e ballano la danza della pioggia intorno al falò.
Sognavo di incontrare un Nativo vestito normalmente, senza pipa nè arco, ma con cui avrei potuto fare una chiacchierata e chiedere di tradizioni, usanze e chissà, forse anche chiedere una magia!
Invece, mi aspettava una grandissima sorpresa.
Sono stata in un paio di riserve di Indiani e quello che ho visto, purtroppo, ha distrutto le mie credenze e il grande rispetto che avevo per gli Indiani.
Cominciamo dal peso. Un Indiano medio non pesa meno di un Americano medio. Il grasso che copre tutto il corpo a malapena fa vedere che è un Indiano e non un “Cino-americano” geneticamente modificato.


Non vivono in teepee, non vivono nemmeno in case. Invece vivono in roulotte, in baracche fatte di lastre di metallo. Solo alcuni hanno le case più o meno normali.
La maggior parte degli Indiani beve e non ha in mente tradizioni o usanze, ma il pensiero di un altra bottiglia di acquavite.
Quelli che non bevono, lavorano per quelli che lo fanno. Vestiti come cowboy, allettano i turisti con offerte di gite con jeep, a cavallo, a piedi...
Un indiano vestito da cowboy?? E come dire che Putin è il migliore amico di Obama!
Di solito gli Indiani non sono molto amichevoli. Raramente si può incontrare uno che è interessato a parlare con un bianco. La maggior parte sorride perché lo deve fare per lavoro.
Non sono molto sorpresa che i Nativi non considerano i bianchi come amici. Lo capisco e lo rispetto. Anch’io non sarei stata amichevole con la gente che mi ha buttato in una riserva come se fosse uno zoo, ha sequestrato la mia terra e in più mi tratta come una attrazione turistica! Peggio di una scimmia!
Per la vendetta cercano di rubare i soldi dai poveri turisti. Per una gita nello Antelope Slot Canyon (che descriverò nel prossimo post) si deve pagare 48$ a persona!
Nel canyon i turisti sono trasferiti come mandrie. Se vale la pena andarci o meno lo leggerete nel prossimo post.

In più chiedono la mancia per l’autista, per i ragazzi che ballano con hula-hop, per la cassiera, etc...

Gli organizzatori delle gite pubblicizzano orgogliosamente che le guide sono “Native American” quindi Americani veri... ma non sarei molto convinta che ogni guida è veramente Indiano. Alcuni sembrano essere i Latinos da San Salvador o Mexico.
E dove sono gli Indiani VERI?? Si sono nascosti tra i cespugli?

Non lo so, ma io dopo 14000 km di strada in giro per gli Stati Uniti, non ne ho visti!